Niente vitto né alloggio e allontanamento dal luogo di lavoro in caso di mancanza di certificato verde. Ma l’autoisolamento si fa nella casa dell’anziano
Con l’entrata in vigore dell‘obbligatorietà del Green pass sui luighi di lavoro, polemiche e manifestazioni a parte, si è fatta largo una importante rete di dubbi che riguarda soprattutto i prestatori d’opera (continuativi o occasionali) presso privati. Un esempio classico è quello – che riguarda milioni di famiglie – delle colf e, ancora di più, delle badanti, che in gran parte dei casi, oltre a fornire il proprio servizio in case private, in quelle stesse case hanno anche il proprio temporaneo domicilio.
Va da sé che in entrambi i casi, i datori di lavoro debbano verificare l’esistenza del Green pass (ad esempio scaricando l’App VerificaC19) e soprattutto la sua validità. Va ricordato che il Green pass si ottiene dopo aver completato il ciclo vaccinale (cone le due dosi), dopo la prima dose e in attesa del richiamo, per sei mesi dalla certificata guarigione dal Covid o con tampone negativo, ogni 48 ore. Ecco quindi che diventa indispensabile il controllo continuativo del certificato verde.
Per le badanti il Governo affronta nelle sue Faq le doma
nde più freqeunti che riguardano le famiglie che usufruiscono del servizio di una badante, offrendo risposte specifiche vediamo quali sono.
Le domande e le risposte
Se per cinque giorni la badante non fornisce un Green pass valido, il datore di lavoro può procedere alla sua sostituzione per 10 giorni, rinnovabili una volta? Se la badante non possiede il Green pass non potrà accedere al luogo di lavoro. Resta impregiudicato il prevalente diritto della persona assistita di poter fruire senza soluzione di continuità della assistenza necessaria ricorrendo ad altro idoneo lavoratore.
Se a badante da sostituire è convivente con il datore di lavoro (o con un suo familiare che beneficia della prestazione lavorativa), deve lasciare l’alloggio alla sostituta? Se la badante è convivente con il datore di lavoro dovrà quindi abbandonare l’alloggio.
Il contratto collettivo nazionale prevede, per le badanti conviventi, che il datore di lavoro fornisca loro anche il vitto e l’alloggio o, in alternativa, una indennità sostitutiva. In caso di sospensione per mancanza di green pass, si sospendono anche le componenti vitto e alloggio? La badante dovrà quindi lasciare l’alloggio in cui vive abitualmente? Il vitto e l’alloggio sono prestazioni in natura aventi natura retributiva sicché, dice il Governo, alla luce della disciplina legale e della corrispettività del rapporto di lavoro domestico, è corretta la mancata attribuzione delle stesse in virtù della mancata esecuzione della controprestazione lavorativa. Per quanto riguarda l’ababndono dell’abitazione vale quanto già ribadito prima: senza Green pass l’alloggio va abbandonato.
Se la badante convivente, pur in possesso di Green pass, risulta positiva, dove deve trascorrere la quarantena? La normativa vigente, ricorda il Governo, prevede il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena. Se la badante è convivente non potrà chiaramente allontanarsi dalla casa nella quale vive.
L’associazione
Sulle risposte fornite dal Governo interviene Filippo Breccia, vice presidente di Nuova Collaborazione, associazione nazionale dei datori di lavoro domestico parte della Fidaldo (Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico), che esprime soddisfazione per il chiarimento, che riguarda anche i collaboratori domestici conviventi: “Nelle scorse settimane Nuova Collaborazione aveva esortato più volte il Governo a fornire indicazioni sulla problematica della convivenza, non disciplinata dal Decreto Legge che ha sancito l’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro. La posizione assunta negli scorsi giorni da Nuova Collaborazione, a sostegno della categoria rappresentata, coincide con quella espressa dal Governo: il collaboratore sprovvisto della certificazione deve abbandonare l’alloggio di servizio. In caso contrario la famiglia del datore di lavoro resterebbe esposta al rischio di contagio (oltre che soggetta alle sanzioni previste dal decreto) e non avrebbe la disponibilità dell’alloggio di servizio per un eventuale sostituto in regola con la certificazione sanitaria. I chiarimenti forniti dal Governo sostengono soprattutto quei soggetti fragili, anziani, non autosufficienti, che non potendo privarsi dell’assistenza della badante, talvolta hanno un potere contrattuale ridotto e fanno fatica a pretendere il green pass. Sono ancora troppi i collaboratori domestici sprovvisti della regolare certificazione sanitaria”.
Qui trovi tutte le FAQ del governo sui dcpm Green pass.
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